GIANPAOLO FORTINI1, DANILA VALENTI2, MARCO MALTONI3, FERDINANDO GARETTO4

1Presidente SICP (Società Italiana di Cure Palliative); 2Vicepresidente SICP; 3Direttore Unità Cure Palliative AUSL Romagna; 4Responsabile medico Cottolengo Hospice – Chieri (To).

 

Stiamo vivendo un momento delicato per le cure palliative (CP). Avvertiamo il rischio che il nostro lavoro e i nostri valori vengano trascinati in un confronto politico e ideologico che non appartiene alla nostra missione. In questo contesto, il dibattito rischia di spostarsi dal tema specifico che lo ha originato – il suicidio medicalmente assistito (SMA) – fino a toccare i fondamenti stessi delle CP, mettendo in discussione la nostra identità.

Sappiamo bene quanto questa identità sia ancora in cammino. Le nostre Reti non sono ancora pienamente sviluppate e la conoscenza diffusa delle CP, sia nella società sia nel mondo accademico e istituzionale, non è ancora così solida come vorremmo. Ci muoviamo in un terreno che stiamo costruendo insieme, giorno dopo giorno, con impegno e passione.

Di fronte ad un dibattito che riguarda la fine della vita con cui ogni giorno si confrontano i palliativisti, il fatto che emergano opinioni e sensibilità differenti non solo è da considerarsi fisiologico ma è da prendere come segnale di una Società scientifica sana e aperta al dialogo e all’ascolto di tutte le posizioni, quale SICP vuole essere.

Le CP rappresentano un modello assistenziale clinico e organizzativo basato sulla presa in carico/cura dei bisogni multidimensionali della persona e della famiglia. Come SICP, sentiamo la responsabilità di ribadire con chiarezza i principi fondativi che guidano la nostra azione e che non devono essere in alcun modo messi in discussione.

La centralità della personaLa cura si rivolge alla persona nella sua interezza, non solo alla malattia. In un contesto di condivisione e di partecipazione alle cure, la dignità e la qualità della vita, il rispetto della persona in ogni fase della malattia e in ogni momento dell’esistenza, sono il nostro primo orizzonte.

L’accesso come diritto universaleLe CP non sono un privilegio né una scelta opzionale: sono un diritto di ogni cittadino, da garantire in modo equo e tempestivo, senza differenze di età, luogo o condizione sociale.

La famiglia e la comunità al centroLa nostra attenzione non riguarda soltanto la persona malata, ma anche chi gli sta accanto. Le CP sostengono famiglie e caregiver, rafforzando i legami comunitari e restituendo un senso di solidarietà.

L’approccio multidisciplinare, multiprofessionale e solidaristicoNessuna professione da sola è sufficiente. Medici, Infermieri, Operatori Socio Sanitari, Psicologi, Assistenti Sociali, Fisioterapisti, Volontari e Assistenti Spirituali lavorano insieme per rispondere alla complessità dei bisogni del malato e della sua rete affettiva.

La formazione e la ricercaSenza cultura e senza ricerca non c’è futuro. Promuovere percorsi formativi qualificati e sostenere la ricerca scientifica è indispensabile per consolidare la disciplina e garantirne l’autorevolezza.

Il dialogo e l’ascoltoLa nostra società scientifica è una casa aperta, che accoglie sensibilità diverse e le fa dialogare. La pluralità è una ricchezza che rafforza l’identità e la coesione della nostra comunità.

Il rifiuto di ogni strumentalizzazioneLe CP non appartengono a partiti o ideologie. Sono patrimonio comune della società e della scienza, frutto di dedizione e competenza, e non possono diventare terreno di scontro politico.

Questi sono i punti che orientano il nostro impegno quotidiano e che vogliamo riaffermare anche di fronte al dibattito sugli emendamenti alla proposta di legge sullo SMA. Il nostro compito è quello di riaffermare che le cure palliative e il SMA rispondono a bisogni e a sensibilità diverse.

L’accesso alle CP è un diritto sancito dalla legge 38 oltre 15 anni fa, e prescinde dall’iter normativo relativo allo SMA. La possibilità di esigere tale diritto da parte del cittadino diventa misura tangibile del rispetto armonico dei principi ispiratori del nostro SSN: Universalità, Uguaglianza ed Equità, Globalità, Gratuità al momento del bisogno, Centralità della persona, Responsabilità pubblica, Partecipazione.

La SICP richiama le Istituzioni e la Politica a tali principi ribadendo che le CP devono diventare su tutto il territorio nazionale un diritto realmente garantito, esigibile in quanto tale e non come alternativa ad altre scelte. È necessario che le Istituzioni e la Politica si impegnino a maggiori investimenti non solo in termini di risorse ma anche di visione programmatoria.

Solo così, insieme, possiamo rafforzare la nostra identità e diffondere una cultura della cura, fondata sul rispetto e sulla dignità di ogni persona“.