Medicina integrativa al Congresso SICP 2025: la testimonianza gioiosa di Daniela.

 

 

 

Accogliere come un dono la testimonianza di Daniela Panzeri, giovane laureata in Economia e, dopo tanti passi significativi, oggi appassionata Operatrice di Massaggio oncologico in Hospice, è stato al contempo ascoltare un’amica e osservare quanto la sua storia l’ha portata a divenire un membro essenziale e riconosciuto professionalmente dell’équipe di Cure Palliative in due Hospices romagnoli. L’approccio a 360° al paziente e alla sua famiglia comporta anche il tocco gentile ed esperto che attenua le tensioni, suscita confidenze e ridona dignità al corpo… tutto ciò che Daniela, sulla base della sua esperienza concreta, racconta in un libro che andremo a scoprire insieme e che è, davvero, “Come una Carezza all’anima”. Grazie per esserci, Dany!

 

“Partecipare al Congresso nazionale delle Cure Palliative è sempre per me un momento di grande crescita, un’occasione per fermarmi, riflettere e ritrovare il senso profondo del mio lavoro accanto alle persone più fragili. Nonostante il brutto tempo fuori, all’interno del PalaRiccione si respirava un’atmosfera vivace: medici, operatori sanitari, fisioterapisti, psicologi, terapisti occupazionali, volontari e standisti provenienti da tutta Italia erano accomunati dal desiderio di condividere esperienze, metodi e nuove prospettive di cura.

La prima giornata è iniziata con interventi di diversi relatori, tra cui alcuni ospiti internazionali, che hanno ricordato come il 2025 sia l’anno conclusivo del processo di accreditamento delle Reti di Cure Palliative avviato dall’Accordo 118/CSR/2020, mentre il 2028 rappresenterà il traguardo fissato dalla legge 197/2022, che impegna le Regioni a soddisfare il 90% del bisogno di Cure Palliative. Due obiettivi che parlano di responsabilità ma anche di speranza, immaginando un futuro in cui le cure palliative possano diventare il cuore pulsante di un Servizio Sanitario più giusto, vicino e umano. Perché le Cure Palliative non sono un semplice capitolo della medicina: sono un modo di intendere la vita, il limite, la solidarietà e la fragile bellezza dell’essere umano.

Il pomeriggio della prima giornata è stato invece un piacevolissimo tempo dedicato al Laboratorio di Medicina integrativa, organizzato dalla Dott.ssa Romina Rossi, amica del Sentiero. È un tema che da tempo sento vicino e che considero fondamentale nel percorso di accompagnamento in hospice. Il gruppo era eterogeneo e proprio questa diversità ha arricchito il confronto.
Durante il Laboratorio abbiamo esplorato le principali pratiche complementari utilizzate in ambito palliativo: l’aromaterapia come modulazione sensoriale capace di suscitare ricordi o rilassamento profondo; il massaggio come forma di contatto terapeutico; la meditazione guidata, sperimentata direttamente attraverso un esercizio di rilassamento e percezione di sé; e la musicoterapia, linguaggio non verbale in grado di raggiungere il paziente anche quando la comunicazione tradizionale non è più possibile. Ogni tecnica è stata presentata non solo sul piano teorico, ma soprattutto attraverso esempi concreti e condivisioni dirette, che mettevano in luce la complessità dell’intervento: il rispetto dei tempi del paziente, la personalizzazione degli stimoli e la delicatezza necessaria per operare in momenti di estrema vulnerabilità.

L’esperienza più intensa è arrivata nel pomeriggio del secondo giorno, durante le Comunicazioni orali, quando ho avuto l’opportunità di presentare il lavoro svolto con un paziente affetto da SLA in fase terminale, accolto nel nostro Hospice di Forlimpopoli. Parlare di lui davanti a una platea di medici, operatori sanitari, volontari e terapisti occupazionali è stato profondamente emozionante. Non volevo solo descrivere delle tecniche, ma raccontare la storia di una persona che, pur nella progressiva perdita della parola e delle funzioni motorie, aveva trovato nuove forme di presenza e relazione.
Per lui avevamo costruito un percorso integrato basato su massaggio, aromaterapia e musicoterapia. Il massaggio offriva conforto, riduceva le tensioni e restituiva un senso di integrità corporea. L’aromaterapia, scelta con estrema attenzione, favoriva rilassamento e familiarità attraverso profumi significativi. La musicoterapia, con brani selezionati dalle musicoterapeute, diventava un contenimento dolce: il ritmo ternario era per lui quasi una ninna nanna. Durante la presentazione ho voluto mettere al centro non tanto i risultati misurabili – comunque significativi in termini di respirazione e riduzione del discomfort – quanto il valore relazionale di queste pratiche. In un momento di profonda fragilità, piccoli gesti consapevoli possono restituire dignità e parlare al corpo quando le parole non arrivano più.

Molti colleghi hanno condiviso esperienze simili, riaffermando l’importanza di considerare la Medicina integrativa non come un “extra”, ma come parte essenziale di un approccio realmente orientato alla persona. Sentire questa risonanza mi ha dato un forte senso di appartenenza e conferma. Sono tornata dal Congresso arricchita e con una rinnovata motivazione. Questa esperienza mi ha ricordato che il cuore delle Cure Palliative sta nella delicatezza, nella competenza e nell’ascolto profondo. La cura non è solo un atto clinico: è un gesto universale, un movimento dell’anima che lenisce e accompagna“.

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