“Vegliate con me”: un piccolo gioiello da leggere e rileggere per chi ama le Cure palliative

Da Vegliate con me di Cicely Saunders, Edb, 2008

C’è un libro, di piccolo formato, ma di grande spessore che, in cinque intense relazioni scritte di propria mano da Cicely Saunders stessa, tratteggia il suo personale viaggio spirituale nel corso di 50 anni, dal 1965 al 2003, senza dimenticare quando intraprese il suo fondamentale tirocinio come infermiera di guerra nel 1941. Un lungo excursus autobiografico, dunque, che racchiude i fondamenti dell’assistenza in Cure palliative e in Hospice come lei la intendeva, sempre intrecciandosi alle relazioni vissute con i suoi pazienti, molti dei quali pazienti fondatori perché proprio da loro trasse i principi ispiratori del St. Christopher’s Hospice in un rapporto di ascolto attento e di condivisione profonda di mente, cuore e anima; un viaggio personale, sincero anche nel sottolineare i dubbi, le battute d’arresto e lo sconforto che lo hanno accompagnato, ma sempre con un senso di gratitudine per chi l’ha preceduta insegnandole come prestare un’assistenza compassionevole, per chi l’ha accompagnata nelle decisioni da prendere e nella ricerca di fondi, oltre che per le persone incontrate nei viaggi compiuti per osservare come l’innovativa disciplina medica delle Cure palliative andava diffondendosi in altre parti del mondo.

Nato da un progetto condiviso con il suo biografo David Clark e curato nell’edizione italiana dal dottor Augusto Caraceni, attesta la grande coerenza di Cicely nel “tenere legate biografia personale, vita spirituale e etica della cura”: ogni uomo muore a modo suo e l’unico modo per accostarvisi, come si evince, è la postura del rispetto, della delicatezza e dell’amore, che permette di condividere quell’ultimo tratto di strada e la comune vulnerabilità umana indipendentemente da fede e convinzioni differenti.
È un testo fondamentale, pertanto, per comprendere le basi teoriche e pratiche della filosofia di cura dell’Hospice, proprio perché mostra passo dopo passo, con ricordi strettamente personali e attraverso le storie autentiche dei suoi pazienti, come scienza e umanità debbano andare a braccetto per una cura efficace che prenda in carico il “dolore totale, concetto esplicitato proprio da Cicely come insieme di “aspetti fisici, emozionali, sociali e spirituali” che riguardano la persona come totalità.

Oltre a tutto ciò, il fascino di queste pagine è senz’altro dato dall’emergere di un ritratto di Cicely profondamente sfaccettato: la giovane infermiera appassionata, competente e già “leader”; il medico che ritiene imprescindibile il trinomio assistenza-formazione- ricerca come fondamenti del St. Christopher’s, così come la pratica della compassione, il riconoscimento del limite e il lavoro d’équipe come “modus operandi” tipici dell’Hospice; la donna cristiana che sottolinea il fondamento religioso della sua struttura, ma ecumenico nell’essere aperto a tutti, come la “finestra” di David, attorno cui è costruita la “casa”, ben simboleggia; la persona consapevole che tali convinzioni, già ai suoi tempi, non erano più fatte proprie da molti, ma che l’essenziale era condividere un modo di dare assistenza che giungesse al cuore delle persone, perché le domande di senso e di infinito accomunano tutti.
Senza, poi, dimenticare i suoi accenni all’importanza dell’arte come creatività che può dare sollievo ed emergere anche alla fine della vita, donde l’attenzione per i piccoli dettagli volti a creare un senso di familiarità e di bellezza; il suo sottolineare come l’Hospice sia anche un luogo dove si ride e si prova gioia, oltre a essere un posto dove imparare a stare in silenzio, ad ascoltare e, in una parola a “esserci”; il suo mostrarsi senza veli nel rapporto con David e Antoni e nel lutto doloroso, ma formativo che ne è scaturito. E molto altro, che scoprirete leggendo…

Il “Vegliate con me” che dà il titolo a questa raccolta è, dunque, sì tratto dalle parole che Gesù rivolge ai discepoli nel Getsemani, ma si traduce in un’esperienza personale e in una pratica di cura universale centrata sulla presenza come risposta: un modello innovativo che ha saputo diffondersi in tutto il mondo ed è ancora profondamente attuale nella sua sostanza.

P.S. Non mancate di leggere anche le pagine introduttive: intense e ben sintetizzate, sono uno splendido contributo di ben tre esponenti del “Sentiero”… Ve le consiglio!

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