“Mi presento”… la parola al Dottor Pierangelo Lora Aprile

La sua simpatia e affabilità ti conquistano, ma poi ti incantano la sua ricchezza di esperienze e la sua professionalità intrisa di umanità calorosa e accogliente: un percorso di vita segnato dalla Cura a 360 gradi e dalla Relazione che cura e si ammanta delle storie delle persone che incontra… Come il medico di una volta, che tutto sapeva perché condivideva la vita quotidiana dei suoi pazienti e li conosceva prima come persone che come pazienti. Grazie a Pier per questa sua meravigliosa testimonianza!

Mio padre guidava orgoglioso, l’auto veloce sfrecciava per tornare al piccolo paese sui monti: suo figlio era diventato perito elettronico con il massimo dei voti (bravi i salesiani !).

‘Da domani avrai il posto alla Olivetti !’. ‘Papà… veramente avrei deciso di continuare a studiare… vorrei diventare dottore … e partire poi per il Terzo Mondo, in Perù, con l’Operazione Mato Grosso…ma non ti preoccupare per i soldi, lavorerò e sarò autonomo’.
Così è nata la scelta di fare il medico…a tavolino: a Chacas avevano bisogno di medici!
Ho lavorato e studiato, fatto il servizio civile con i “barabitt” (ovviamente dai Salesiani di Arese), poi laurea e specializzazione…in missione mancavano chirurghi!

Ma il Signore aveva per me altri progetti… il più grande è stato quello con Alessandra, che avrebbe cambiato la mia vita. Madre Teresa è stata complice dell’incontro in uno stadio affollato di Bergamo. Alessandra, Infettivologa, aveva scelto di fare il medico di famiglia in “questo Mato Grosso”. Così mi sono trovato Medico “delle famiglie” a Desenzano del Garda, lontano dalle mie montagne e sono diventato papà di due figli e ora nonno felice.

Essere medico di fiducia delle persone è stato un grande privilegio. Entrare nelle case, soprattutto nelle storie delle famiglie, essere consapevole che l’arma più potente della Cura è la relazione. Riscoprire qui un “quarto mondo” fatto di persone anziane abbandonate, fragili, vulnerabili, morenti….
Sì, è dalle persone che si avvicinano al “confine alto della vita” che ho ricevuto la spinta ad occuparmi di Cure Palliative …da medico di famiglia e della famiglia.
Nell’ambito della Società scientifica dei Medici di Medicina Generale (SIMG) ho iniziato a creare, con un gruppo di Colleghi e amici sensibili, un’area di interesse dedicata alle Cure Palliative. Era la fine degli anni 80 e a Brescia apriva la Domus Salutis, il primo Hospice italiano, con un giovane Giovanni Zaninetta che è stato il mio mentore. Insieme abbiamo accolto i medici di famiglia che desideravano fare un percorso formativo per “curare” chi riceveva dagli Specialisti il laconico messaggio ‘non c’è più nulla da fare’. Insieme a Giovanni, a Brescia abbiamo avviato un percorso formativo, sostenuto dall’Azienda Sanitaria, per medici di famiglia “Consultant”, con l’obiettivo di sensibilizzare e aiutare i Colleghi in difficoltà…l’idea era destinata ad avere successo…

Nel frattempo, cresceva in SIMG la consapevolezza del ruolo e dei compiti del Medico di Famiglia nell’ambito delle Cure Palliative. L’Area di interesse, partita con 25 Medici sensibili, oggi ne conta più di 500. Abbiamo scritto e pubblicato un libro, stilato insieme alla Società Italiana di Cure Palliative il Core Curriculum non solo del Medico di famiglia, ma anche quello di Medici particolarmente vocati che abbiamo chiamato ‘Medici con Particolare Interesse’. Abbiamo tessuto contatti con il resto dell’Europa, scoprendo il contributo originale che le ‘Primary Palliative Care’ potevano dare, soprattutto nell’identificazione precoce delle persone con bisogni di approccio palliativo e, in questi ultimi 5 anni, abbiamo avviato un percorso formativo specifico che porta alla Certificazione Ministeriale delle competenze (MMG Esperto in Cure Palliative)…il vecchio “Consultant” degli anni 90 !
Ho partecipato alla costruzione della Legge 38, alle varie commissioni ministeriali che sono seguite e, dal 2018 al 2021, ho avuto l’onere e l’onore di Presiedere la Sezione O del Comitato Tecnico Sanitario del Ministero della Salute, di cui ancora oggi faccio parte.

Cicely l’ho conosciuta attraverso amici incontrati sulla mia strada: Giovanni, Guido, Annamaria, Ferdinando, Marco, Marcello… gente tosta!
Di Cicely mi affascina la sua proposta…come quando si va in montagna e nell’erba alta si lascia una traccia…appena segnata…il sentiero, appunto. Una guida che ti sprona, quando sei stanco e vorresti fermarti e che ti dice di ‘dare al caleidoscopio un colpetto in modo che i pezzetti si dispongano in modo diverso”’ perché ‘non ci sono poi tante idee originali nel mondo; è soltanto questione di mettere insieme più concetti’…passo dopo passo: ‘camminando s’apre cammino’, diceva Arturo Paoli, cammino di speranza e di liberazione con Cristo, alla luce del Vangelo, dalla parte dei poveri, dei diseredati e dei deboli“.

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