EXITU E. Di cosa è fatta la speranza, Bompiani, 2023
«Con Di cosa è fatta la speranza, Emmanuel Exitu mette assieme tutti gli ingredienti che portano al grande romanzo. Una protagonista straordinaria, una storia che non cede mai il passo, e, su tutto, una scrittura viva, capace di essere testimone della più misteriosa delle virtù.» – Daniele Mencarelli
Prendiamo a prestito le parole del grande Daniele Mencarelli per anticipare la presentazione che, di questo libro, ci farà l’autore stesso, nel nostro prossimo webinar del 27 ottobre p.v.
Come non sentire un brivido al pensiero che un vero romanzo, frutto di lunghi studi e della passione di un regista conosciuto, oltre che del suo talento narrativo, ha come protagonista assoluta la nostra Dottoressa Cicely e la sua filosofia di cura che si è concretizzata nel St Christopher’s Hospice di Londra e da lì è divenuta un movimento diffuso in tutto il mondo? Che meraviglia… anche perché una grande Casa Editrice come Bompiani ha creduto e scommesso su questo progetto!
Le Cure Palliative, che grazie a Cicely si sono delineate nella loro forma moderna basandosi su un’antica tradizione e sulle sue intuizioni scientifiche, trovano, grazie al lavoro sapiente di Emmanuel, una veste narrativa che contribuisce a diffonderne la cultura anche ai non professionisti, a chi, per esempio, ama leggere i bei romanzi e si appassiona alle storie autentiche: così facendo, grazie alla narrazione che si fa tramite, sarà forse più facile prendere familiarità anche con temi un po’ scomodi o ancora troppo poco interiorizzati nel sentire comune…
Ma leggiamo la recensione del libro che si trova su Internet:
Alle 5.46 del 15 ottobre 1943 le allieve infermiere dell’ultimo anno della Nightingale Training School for Nurses partono da Londra dirette a un ospedale allestito per curare i feriti che giungono dai fronti di guerra. Tra le ragazze, emozionate nelle loro uniformi impeccabili, ce n’è una snella e buffa per via delle lunghe gambe e dei piedi grandi: la famiglia l’aveva instradata verso l’università di Oxford, ma lei ha deciso di diventare infermiera. Si chiama Cicely Saunders. Durante le infinite notti in corsia, Cicely vede morire tra sofferenze indicibili ragazzi belli e coraggiosi, suoi coetanei. Sa di non poter fare per loro nulla se non ciò che i medici prescrivono, eppure si rende conto con orrore che per un medico ogni moribondo è una causa persa, un insuccesso professionale. Cicely comincia a fare una cosa a cui dedicherà la vita intera: annotare i tentativi e i fallimenti, le intuizioni, le buone pratiche che consentono di lenire la sofferenza di chi non è più guaribile. E quando capisce che il suo diploma di infermiera non basta più, si laurea in Medicina e, nel 1967, riesce ad aprire il primo moderno hospice: non un posto dove si va a morire, ma dove si può vivere fino all’ultimo istante con dignità. Emmanuel Exitu si ispira alla storia di Cicely Saunders – le cui procedure sono tutt’oggi considerate dall’OMS il punto di riferimento per migliorare la qualità della vita dei malati terminali – per scrivere un romanzo luminoso, che racconta il misterioso abbraccio tra il dolore e la speranza e ci riguarda tutti. La storia di questa donna dalla caparbietà visionaria ci dice che la sofferenza si sconfigge prima di tutto con un farmaco di cui tutti possiamo disporre, l’empatia, e che la speranza è, come scriveva Emily Dickinson, “quella cosa piumata / che si viene a posare sull’anima” e può illuminarci fino all’ultimo nostro respiro.
Per ora, è tutto: appuntamento a VENERDI’ 27 OTTOBRE ore 16,30 su Zoom: vi aspettiamo!