L’ Umbria è davvero magica, da tutti i punti di vista: per le bellezze naturali pennellate dei colori dell’autunno, per i paesi ricchi di storia e di folklore e, nota non meno importante, per l’ospitalità calorosa e genuina che i suoi abitanti sanno generosamente offrire…
ecco cosa ci siamo portati a casa da questa trasferta a Gubbio in compagnia del Play “Cicely and David” di David Clark, di cui il “Sentiero” è grato custode e convinto ambasciatore.
Circa 30 persone motivate e partecipi, tra medici, infermieri, psicologi e volontari, hanno animato la sessione di formazione proposta presso l’Auditorium dell’Ospedale di Branca (Gubbio-Gualdo Tadino), rendendo il pomeriggio piacevolmente vivo e molto stimolante, con tanti interventi e tante condivisioni spontanee che hanno reso l’ambiente da subito familiare e che ci hanno reciprocamente messi in gioco.
Considerato che questa volta non erano previsti crediti formativi, l’obiettivo poteva legittimamente considerarsi raggiunto: chi sarebbe venuto non avrebbe avuto alcun altro interesse se non quello di assistere alla pièce e di approfondire la conoscenza di Dame Cicely e dei valori delle Cure Palliative originarie, rinnovando, in tal modo, anche le proprie motivazioni e il proprio modo di vivere questo complesso modo di dare assistenza a chi non può più guarire.
Gli organizzatori, ovvero la Dott.ssa Loredana Minelli, responsabile dell’Unità di Cure Palliative di Gubbio, il Dott. Giacomo Ercolani, psicologo di Perugia, Coordinatore regionale della Società Italiana di Cure Palliative (SICP), e la Dott.ssa Susanna Perazzini, Direttrice dell’Hospice di Perugia “La Casa nel Parco”, sono rimasti molto soddisfatti di questa partecipazione calorosa e autentica e anche loro hanno seguito con attenzione il filmato, rendendosi disponibili a commentare, ascoltare e confrontarsi con i colleghi. Non dimentichiamo, poi, l’impegno h24 del Presidente dell’AECL (Associazione Eugubina per la lotta contro il cancro), Benvenuto Procacci, attivissimo e sorridente, e dei suoi volontari: senza il loro sostegno non si potrebbe fare così tanto. e in modo così continuativo.
Molti di loro, dunque, hanno condiviso emozioni e pensieri ispirati dalla visione di “Cicely e David” e anche da quanto scritto nei “prompt”, cioè negli stimoli narrativi proposti per familiarizzare con la scrittura, che riordina e fa nuovo lo sguardo con cui si osserva: un esercizio breve e semplice che, però, si rivela efficace e sorprendente nei risultati.
I feedback principali, per esempio, parlano da sé: gratitudine, rinnovata motivazione nell’essere un professionista o un volontario di Cure Palliative, memoria onorata o nuove scoperte sulle origini di Dame Cicely e del St. Christopher; l’importanza di “essere una squadra” e molti altri. Un volontario ha anche espresso i suoi dubbi e riflessioni personali e immagino che Cicely avrebbe apprezzato quest’atteggiamento di porre domande sul senso della Cura e, in particolare, delle Cure Palliative… Qualcuno, inoltre, ha sottolineato ciò che lei stessa non si è mai dimenticata di sottolineare: “Chi lavora in Hospice deve amare il suo lavoro“… e così via.
Per finire e chiudere il cerchio, ci siamo regalati un momento di restituzione, dove abbiamo liberamente condiviso ciò che, per ognuno di noi, è stato significativo e rigenerante: tanti doni preziosi da portare a casa per ringraziarci e salutarci con un… “arrivederci al prossimo anno”!
Che dire? Come un asse Italia-Scozia, con David e Jo, è ormai ben consolidato nella fiducia e nella modalità “work in progress”, così questi incontri si rivelano un modo per stringere nuove relazioni e incontrare con gioia persone già conosciute, contribuendo a piccoli passi ad annodare fili nella rete italiana delle Cure Palliative e a sperimentare la potenza della narrazione come uno degli strumenti della cura che si vuole integrale.
Grazie a tutti, allora, cari amici umbri, è stato proprio bello stare con voi!
P.S. Qui a lato, Loredana e Benvenuto di fronte alla statua di Sant’Ubaldo, protettore della città dai terremoti e capace di esaudire i desideri, se si infila il dito in quell’antico anellino posto ai suoi piedi… chi si poteva perdere una simile opportunità? Fatto anche questo e… “ad maiora”!